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    GuideSuccessione conto corrente: guida pratica per gli eredi

    Successione conto corrente: guida pratica per gli eredi

    Sebastiano Marchisella
    Sebastiano Marchisella
    Copywriter specializzato in prodotti bancari, conti correnti e finanza personale

    Quando muore il titolare del conto corrente bancario cosa avviene esattamente?

    Dopo la morte del soggetto titolare, l’istituto bancario congelerà temporaneamente il conto del defunto. Anche gli eredi di quest’ultimo non avranno diritto di usufruire delle somme presenti sul conto corrente; per recuperare il denaro presente sul conto gli eredi dovranno, prima di tutto, completare alcune formalità.

    In questo articolo vedremo come funziona la successione del conto corrente, individuale o cointestato che sia, e quali sono i passaggi pratici per recuperare i soldi dal conto del defunto.

    Cosa succede al conto corrente dopo un decesso?

    Quando viene a mancare il titolare di un conto corrente, la banca ha l’obbligo di tutelare il patrimonio e garantire il rispetto della successione.

    Questo processo prevede un blocco temporaneo del conto corrente e, quindi, l’impossibilità, per gli eredi, di recuperare le somme depositate. Queste potranno essere recuperate solo dopo il completamento delle procedure previste dalla legge.

    Vediamo nel dettaglio cosa accade e come devono agire gli eredi per “sbloccare” le somme.

    Il conto viene bloccato automaticamente?

    Si. Con la notifica del decesso del titolare, la banca “congela” immediatamente il conto corrente del defunto.

    Nel caso dei conti correnti cointestati a firma disgiunta il cointestatario potrebbe eseguire alcune operazioni, ma comunque con alcune limitazioni, soprattutto relativamente ai prelievi di denaro.

    Per “sbloccare” il conto gli eredi devono quindi presentare il certificato di morte alla banca e iniziare l’iter previsto per la successione.

    Chi può accedere ai soldi e con quali limiti?

    Possono concludere la procedura di successione gli eredi legittimi o testamentari. A tal fine questi devono presentare:

    • Dichiarazione di successione (se necessaria);
    • Certificato di morte;
    • Atto notorio o dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà, che elenca gli eredi;
    • Eventuale testamento (se presente).

    Quanto tempo serve per sbloccare il conto?

    Solitamente, la banca impiega dai 15 ai 60 giorni per processare la richiesta, tuttavia nel caso di testamenti complessi o controversie tra eredi, il processo può richiedere più tempo del previsto.

    Come recuperare i soldi dal conto

    Per recuperare i fondi dal conto bancario del defunto gli eredi devono seguire una procedura specifica. Di seguito vedremo quali sono i passaggi principali.

    Documenti necessari

    I documenti fondamentali da presentare sono:

    • Certificato di morte (deve essere rilasciato dal comune)
    • Atto di notorietà o dichiarazione sostitutiva per attestare la qualifica di erede
    • Dichiarazione di successione (obbligatoria solo in alcuni casi)
    • Documenti bancari (es.: come l’estratto conto o contratti con la banca)
    • Documento d’identità e codice fiscale di ogni erede.

    Come presentare la richiesta e quali uffici contattare?

    La richiesta per sbloccare i fondi deve essere presentata all’istituto bancario dove il defunto aveva il conto corrente. Solitamente, gli eredi devono rivolgersi:

    1. Alla filiale di riferimento della banca del defunto.
    2. All’ufficio successioni dell’istituto di credito,
    3. All’Agenzia delle Entrate (solo nel caso in cui sia necessaria la dichiarazione di successione).

    Tempi e modalità per ottenere i fondi

    Solitamente se non ci sono problemi o contenziosi tra gli eredi, lo “sblocco” dei fondi può avvenire in circa 30-60 giorni.

    Nel caso in cui fosse necessaria la dichiarazione di successione, la banca può impiegare fino a 6 mesi per completare la pratica di successione.

    Naturalmente in caso di controversie tra eredi o mancanza di documenti, i tempi possono allungarsi.

    Conto cointestato: cambia qualcosa?

    Se il conto corrente del defunto è cointestato con un’altra persona la procedura di successione segue regole differenti.

    Vediamo, nel dettaglio, cosa cambia.

    Differenza tra firma disgiunta e firma congiunta

    • Firma disgiunta: il cointestatario superstite può continuare a operare, ma viene bloccata la quota del defunto
    • Firma congiunta: in tal caso il conto corrente viene completamente congelato fino alla successione.

    Chi può continuare a usare il conto?

    • Il cointestatario può usare solo la sua quota, mentre la parte del defunto rimane bloccata fino alla successione
    • Nel caso della firma congiunta, nessuno può operare fino alla successione.

    Quanto spetta agli eredi se il conto è condiviso?

    La quota spettante agli eredi dipende dalla percentuale di proprietà del conto; solitamente le quote sono suddivise in parti uguali tra i cointestatari, salvo accordi diversi.

    Vediamo alcuni esempi pratici:

    • Conto intestato a due persone al 50%: alla morte di un cointestatario, la metà del saldo va agli eredi, mentre il restante 50% rimane al superstite.
    • Conto intestato a tre persone al 33%: la quota del defunto (33%) entra in successione e viene ripartita tra gli eredi, mentre gli altri due cointestatari mantengono la propria parte.
    • Caso di cointestazione “fittizia“: se il defunto era l’unico vero titolare dei fondi (cioè il cointestatario superstite non ha mai contribuito al saldo), la banca e l’Agenzia delle Entrate potrebbero considerare l’intero importo come parte della successione.

    Dichiarazione di successione e tasse da pagare

    Quando è obbligatoria la dichiarazione di successione?

    La dichiarazione di successione va presentata entro 12 mesi dalla morte ed è obbligatoria solo in alcuni casi:

    • Non è necessaria se l’eredità è inferiore a 100.000 euro e non include immobili.
    • La dichiarazione è invece obbligatoria se l’eredità supera 100.000 euro o comprende immobili.

    Esistono tasse da pagare sui soldi in banca?

    I fondi in banca possono essere soggetti all’imposta di successione, tuttavia se rientrano nelle franchigie previste, nessuna imposta è dovuta.

    La banca può comunque trattenere l’imposta di bollo e le spese di gestione per la pratica.

    Le aliquote variano in base al grado di parentela:

    • Coniuge e figli: 4% sull’importo oltre 1.000.000 euro a testa
    • Fratelli e sorelle: 6% sull’importo oltre 100.000 euro
    • Altri parenti fino al 4° grado: 6% senza franchigia
    • Soggetti non parenti: 8% su tutto l’importo

    Link utili

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